Quando si parla delle coltivazioni della marijuana in casa propria sono sempre tantissimi i dubbi e i dilemmi che spesso nascono. In effetti non è affatto semplice capire se si può coltivare la marijuana nella propria abitazione oppure no.
Coltivare la cannabis in casa? Si può, ma…
Esistono davvero moltissimi aspetti legislativi che vale la pena di prendere in considerazione e distinguere i casi in cui si può eseguire la coltivazione della cannabis in casa propria da tutte quelle situazioni in cui non si consiglia di farlo. A stabilirlo non è altro che la Cassazione stessa tramite un’apposita sentenza. Difatti, grazie alla stessa è stato stabilito che in Italia è possibile coltivare delle piccole quantità di canapa per un utilizzo personale e la cosa non rappresenta in alcun modo un reato. L’importante è che la cannabis coltivata nella propria abitazione venga usata solo ed esclusivamente per l’uso personale. La Legge dello Stato italiano, difatti, vieta nel modo più assoluto di usare questo tipo di sostanze per i bisogni di altre persone. In questo caso l’attività svolta potrà essere paragonata allo spaccio e la persona colpevole potrà essere quindi condannata per spaccio. Inoltre, non bisogna mai coltivare più erba legale di quella permessa.
Più piantine di marijuana nei nostri balconi
A partire da quest’anno sarà aumentata la lista delle varie piante che si possono mettere direttamente in balcone. Quindi sarà permesso coltivare non solo più specie di piante, ma anche più specie differenti. Anche quelle che erano prima vietate. Le modifiche apportare dalla Cassazione, quindi, non riguardano solo la cannabis, ma anche diverse altre piante da cui si potevano ricavare delle sostanze stupefacenti. Grazie alle varie modifiche si potranno così coltivare anche delle altre tipologie di piante, purché, e questo va sottolineato, solo per uso personale. La modifica è stata apportata successivamente all’identificazione del bisogno di dover proteggere le libertà individuali delle persone.
Marijuana e lotta all’inquinamento
Parlando dei vari fattori benefici di questa pianta non ci si può affatto dimenticare di tutto ciò che riguarda l’uso benefico di questa pianta nella lotta all’inquinamento. Non è un segreto, difatti, che nell’ultimo periodo sempre più persone decidono di usare la marijuana per uno scopo specifico: abbassare il livello dell’inquinamento nelle nostre città. Grazie all’impiego di queste piante, difatti, è possibile ridurre drasticamente la concentrazione del CO2 nell’aria. Questo utilizzo della marijuana, a dire la verità, viene svolto non solo in Italia, ma anche in molti altri Stati dell’Europa.
Il suo utilizzo sta aumentando a dismisura e sono sempre tantissime le persone che rivolgono le proprie attenzioni verso degli usi differenti della cannabis, perfettamente in linea con la modifica della percezione della stessa praticamente in tutto il mondo. Probabilmente proprio per questo attualmente la marijuana viene a tutti gli effetti ritenuta alla pari di una vera e propria panacea per tutto ciò che riguarda la lotta all’inquinamento così tipico non solo delle città italiane, ma anche di molti altri centri urbani.
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Cannabis legalizzata… ma con riserva?
Nonostante l’apertura all’erba legale sia piuttosto netta, ci sono comunque tantissime cose che destano un grande scalpore. Prima di tutto è il flusso temporale. Solo a maggio del 2019, difatti, la Corte della Cassazione aveva emanato un’altra propria sentenza che, però, si era rivelata abbastanza conservatrice e non ha destato alcuna sorpresa. Stando alla stessa, difatti, la marijuana veniva resa ulteriormente illegale.
Per dirla brevemente, quindi, semplicemente non si poteva usarla nemmeno per scopi personali. E va da sé con si poteva nemmeno coltivare questo di pianta nella propria abitazione.
Per fortuna le cose sono cambiate e attualmente tutti coloro che sono interessati al consumo della cannabis possono senza alcun problema coltivare questo tipo di pianta direttamente nella propria abitazione. L’importante, inoltre, è che le piante in questione abbiano una concentrazione di THC abbastanza bassa. Solo in questo modo sarà a tutti gli effetti possibile non incorrere in alcuna sanzione. Bisogna altresì capire che nonostante la tendenza verso la liberalizzazione, ancora oggi ci sono tante varietà di cannabis proibite in quanto contengono un livello di THC troppo elevato. La sentenza in questione, difatti, non dev’essere fraintesa. Una piccola apertura alla possibilità di coltivare la cannabis nella propria abitazione non per forza significa che si potrà dare libero sfogo alla propria volontà di coltivare la marijuana ovunque lo si voglia senza alcun problema. Potranno comunque essere svolti vari controlli sia per quanto riguarda le quantità della cannabis coltivata che in relazione al valore di THC. Inoltre, viene completamente proibita la vendita di queste sostanze, in quanto si tratta di un atto che può essere a tutti gli effetti paragonato alo spaccio.
Limiti di THC negli alimenti
Parlando di tutto ciò che riguarda il THC, non ci si può proprio dimenticare di tutto ciò che concerne la vasta presenza di questa sostanza direttamente negli alimenti. In effetti, si tratta di un fattore che può piacere oppure no. Tuttavia, è assolutamente innegabile che sia in Italia che in altri Paesi del mondo la popolarità del THC aggiunto agli alimenti di vario genere stia crescendo in una misura a dir poco sproporzionata. Tuttavia, non bisogna esagerare. La presenza di questo tipo di sostanza negli alimenti non dev’essere troppo elevata.
Secondo la Cassazione non bisogna superare un massimo di 2 milligrammi per chilo di alimento. Quindi si tratta solo di una piccola apertura al possibile uso (e quindi anche alla coltivazione) della cannabis. Siamo ancora molto lontani dalla legalizzazione completa.